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＜p＞In Don Chisciotte il divenire sembra caratterizzato da una certezza dell’accadere che non prende minimamente in considerazione una possibile sconfitta; non ha alcuna paura e vive il suo agire come un farsi delle certezze della sua fede che lo assorbe completamente. E’ quello che si prospetta essere estetica del subordinato.＜br /＞ E’ solo nei suoi pensieri, nelle sue convinzioni utopiche; la solitudine di cui si fa interprete non ? per? rassegnata, anzi, si dimostra combattiva proprio in virt? della forza dell’utopia, del sogno che la genera. Per lui sono tutti gli altri che sbagliano, lui solo ? nella verit?; ? un visionario, crede di vedere una realt? che invece ? solo nei suoi pensieri, non sa di vedere solo ci? che il suo desiderio gli costruisce, cos? il viaggio, impreciso e improvvisato nell'esaltazione, si far? incubo. Neppure il fido Sancho lo capisce, seppure lo segua. Vede castelli in luogo di osterie, e “smisurati giganti” nei mulini a vento; forse nel vorticare delle pale vede il passare del tempo, dei giorni, delle ore e della Storia. E’ in balia di un’utopia, di un sogno, di una fede e di un ideale che lo sovrasta, che aliena ogni possibilit? di verifica, di coscienza del reale. Eppure continua imperterrito, senza esitazione, a dare voce al suo progetto, fino alla fine.＜/p＞画面が切り替わりますので、しばらくお待ち下さい。

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